Con il covid19, la chiusura di scuole, negozi, ristoranti e fabbriche, il panino si è sdoppiato in un fantasma, che riappare dietro insegne che lo nominano e lo ricordano, che si materializza consultando app e siti, e in un nuovo oggetto casalingo, nato dalle circostanze.
LeggiCom’era bello quel primo morso del panino siciliano seguito da un sorso! E’ proprio quello che non dobbiamo dirci con locali chiusi, piazze deserte e l’autocertificazione in tasca per andare, una volta alla settimana, a far la fila davanti al supermercato.
LeggiDapprima fu la ruota, poi il motore a scoppio e l’automobile, i libri, le scoperte geografiche, l’innata voglia di avventura, la conquista del nuovo mondo.
LeggiIl panino è stato, in passato, una via di fuga. In diligenza nutriva lunghi viaggi, in treno provvedeva ad accorciare i percorsi, in auto era preso al volo in un grill. Anche in città gli spostamenti, le peregrinazioni lo imponevano, tanto più se non c’era l’ora fissa del pasto, ma solo il tempo di procurarselo e di mangiarlo.
LeggiDifficile creare imprevisti : mattino, mezzogiorno e la sera, alle sette e mezza precise, si è a tavola, tornati ad orari fissi.
LeggiIn questi tempi, è inevitabile ricercare antefatti alla nostra chiusura in casa, nutriti a misura, e trovare analogie pregresse, quindi vie di fuga possibili. E si pensa all’ultima guerra mondiale, non al fronte ma alle retrovie appovvigionate secondo un preciso regolamento annonario, con tanto di tessere e di code per rifornirsi.
LeggiIl nostro mondo, quello che conoscevamo fino a pochi giorni fa, è inevitabilmente cambiato. E non è un modo di dire, questa volta: il mondo che formava la nostra quotidianità, le nostre abitudini, la nostra vita, è stato completamente stravolto da un nemico invisibile ma potentissimo.
LeggiCosa succede quando la letteratura incontra la cucina italiana?
LeggiUn racconto su Roma e il sapore del rispetto
LeggiUn panino elettorale a Parma, con prosciutto, va bene agli uni e agli altri, avversari, e persino a chi si astiene convinto, e se lo mangia aspettando la compagna che invece è andata a votare. Quindi bisogna scegliere sia il pane che il companatico.
LeggiIl panino, nelle sue diverse declinazioni, serve a riformulare criticamente l’attualità, la politica.
LeggiUn panino per ognuno, per la piazza gremita e per fantasticare. La scelta doveva non essere di parte e quindi l’abbiamo individuata in una lingua, in un paese che ha una storia, nelle piazze affollate.
LeggiIl formaggio ha un posto di riguardo nella cucina rinascimentale italiana e viaggiava prima di arrivare a corte.
LeggiUn’altra favola, meno conosciuta, con un titolo matematico: Quattordici. Viene dalle Marche ed è stata raccolta prima da Antonio Gianandrea (1878), poi da Italo Calvino in Fiabe italiane (Einaudi, 1956).
LeggiLo scrittore inglese torna in libreria con un attesissimo romanzo che, mentre riflette sul rapporto tra umano e macchina, costruisce un presente alternativo, anche tra le mura di una piccola cucina…
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