Il primo “miracolo” di un giovane Gesù avviene in occasione di un banchetto nuziale.
L’acqua è trasformata in vino eccellente.
A Paolo Caliari alias Veronese non sembra importare molto del racconto evangelico. Lui racconta un banchetto sfarzoso, lussuoso, dentro un enorme “telero”. Non potendo affrescare le pareti, a causa della forte umidità veneziana, dipinge su tela di lino d’Irlanda impregnata nel gesso e poi lo appende alla parete.
Abiti sontuosi, apparecchiature preziose, di oro, argento e vetro soffiato, servitù in quantità e tanti specialisti sempre a disposizione; i coppieri, per la mescita del vino, gli scalchi per il taglio della carne, e camerieri e ancora camerieri di tutti i colori. Saloni enormi, invitati ricchi ed eccellenti. Sullo sfondo un cielo azzurro e terso, nuvole bianche. Tanto colore, colore.
Un poco Michelangelo, nelle figure forti, Raffaello nel disegno e tanto colore Veneziano.
La magnificenza del signore, non del Signore!
L’originale è al Louvre, di fronte alla Gioconda, se ricordo bene, e non se lo fila nessuno.
Una copia, più bella dell’originale, riprodotta con il massimo della tecnologia fotografica digitale, con il laser e impiegando pigmenti di assoluta qualità si può vedere nel luogo dove dovrebbe essere conservato il capolavoro, perché lì ha un senso, presso il monastero di S. Giorgio, a Venezia.