Robert Munsch e Michael Martchenko, Voglio il mio panino. Il Castoro, Milano, 2014 (prima edizione : Scholastic Canada, Toronto, 2013)
Da leggere perché sconcertante: “Acqua paludosa”, swamp water è il titolo inglese, tradotto: “Voglio il mio panino”. Siamo in Canada: la nonna vuol festeggiare il compleanno di Vittoria in un ristorante “speciale”. Malgrado l’insistenza della bimba, scarta tre fastfood: (1) hamburger (2) alette di pollo e patatine fritte (3) tacos (con formaggio, cipolle, insalata, pomodori). Entrano in un vero ristorante che dà su un giardino con una grande vasca piena di anatre. Vittoria non demorde: richiede al cameriere - che ogni volta risponde di no - hamburger, pollo e tacos. Ripiega quindi su un panino con marmellata e burro di arachidi che va lei stessa a ordinare dal cuoco, precisando che deve esser pane senza crosta, pan carré, tagliato a quadratini. Da bere ordina l’“acqua paludosa” un miscuglio di coca-cola, aranciata e frappè al cioccolato. Quando arrivano i panini, Vittoria si diverte a gettarli alle anatre…
I bambini amano il fastfood, un vero grande ristorante li annoia e devono inventarsi un gioco. Le anatre saranno un pretesto perché, come Vittoria, amano i panini con marmellata e burro di arachidi. È il cibo più semplice e migliore, anche se non figura nel menù, e i tre ingredienti si trovano ovunque, rendendolo universale. Niente torta di compleanno, e un pranzo che è una merenda e la stessa nonna si farà preparare il tè, la bevanda che più ama.
A questo punto i giovanissimi lettori italiani andranno interrogati, punto per punto, su questo percorso mangereccio canadese, comprensibile e incomprensibile, inconsueto per certi versi – burro di arachidi e tacos non sono entrati nell’alimentazione italiana – molto libero per altri. Esercizio complementare: come la riscriverebbero, la ridisegnerebbero, punto a punto, questa Acqua Paludosa?